La biopsia liquida ricerca in chirurgia oncologica a Perugia e Roma



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Il Prof. Antonio Rulli presenta nella ricerca sulla lotta al tumore, in particolare contro il cancro della mammella: la biopsia liquida.

Messa a punto dai ricercatori dell'Università di Perugia e dall'Azienda Ospedaliera di Perugia, con deposito di Brevetto n° 102021000023900 MISE, la biopsia liquida potrà rappresentare, in futuro, i requisiti per poter realizzare una medicina personalizzata del cancro.

In particolare, potrà rappresentare a breve un’arma importante, al fianco della chirurgia oncologica, per individuare i bio marcatori circolanti di pazienti oncologici, per fornire informazioni sul panorama genetico del tumore.

I bio marcatori sono:

Cellule Tumorali Circolanti (CTC);

DNA libero nel sangue (cfDNA);

DNA delle cellule tumorali circolanti (ctDNA).

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“Nella mia attività di ricerca mai avrei immaginato che, da un semplice prelievo di sangue, si potessero avere tante informazioni sul cancro”.

Un semplice prelievo di sangue può fare la differenza



Come funziona la biopsia liquida? Con un semplice prelievo di sangue periferico.


Nel corso della sua ricerca, il Prof. A. Rulli ha dimostrato come la procedura potrà rappresentare uno strumento diagnostico e prognostico alternativo e complementare alla biopsia chirurgica oncologica, tanto da favorire l'implementazione dell'oncologia di precisione in contesti clinici.

Questo perché contribuisce a migliorare la comprensione dell'eterogeneità del tumore e consente il monitoraggio dinamico delle risposte al trattamento e delle variazioni genomiche.

La biopsia liquida potrebbe facilitare la diagnosi precoce di una malattia residua minima (questa diffusione precoce delle CTC non è rilevabile da tecnologie standard ad alta risoluzione di imaging: Pet/Tac, RMN), aiutando l'inizio della terapia adiuvante per prevenire il ripetersi e la progressione verso la metastasi.


 I risultati della ricerca



Il prof. Rulli e i suoi collaboratori hanno dimostrato che:

  • la chirurgia oncologica è stata in grado di ridurre il numero di CTC in una percentuale significativa di pazienti (66%): ipotesi guarigione;
  • nel 19% le CTC aumentano nel post operatorio: malattia minima residua;
  • eterogeneità tumore: sub cloni distinti nel sequenziamento a singola cellula nello stesso tumore. 

Grazie alla ripetizione nel tempo del prelievo (biopsia liquida), i medici potrebbero valutare l'effetto.

Infine, altra caratteristica specifica della metodica, è che le cellule tumorali circolanti vengono isolate “vive” e questo può portare a una coltura delle stesse su cui valutare la sensibilità dei farmaci, nuovi o già esistenti con altre indicazioni.


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